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Conclusioni e prospettive future

Il Gamma Ray Burst Monitor di BeppoSAX, nato come uso in bassa priorita' progettuale ed esecutiva rispetto agli altri esperimenti del satellite, grazie al lavoro illustrato in questa Tesi e' utilizzabile per eseguire fotometria e spettroscopia in banda X-dura. Lo studio a larga banda dei GRB e della loro evoluzione spettrale sono un risultato senza precedenti e di rilevante portata scientifica per lo studio di questi oggetti. Se e' vero che gli "afterglow" X , ottici e radio dei GRB, a pochi mesi dalla scoperta , sono stati rapidamente compresi ed interpretati, e' anche vero che il Burst stesso rimane un oggetto piuttosto elusivo e le misure illustrate nel capitolo 5 sono sicuramente discriminanti alla luce delle interpretazioni basate sui modelli (e.g. synchrotron shock).

I risultati sulle matrici di risposta spettrali, pur positivi, non sfruttano ancora appieno tutte le potenzialita' dello strumento GRBM. Uno studio piú dettagliato dei fenomeni di non linearita' dei cristalli e degli effetti degli escape e del backscattering e' gia' in corso con metodi analitici. Il deficit di conteggi riscontrato nello spettro della Crab Nebula (capitolo 4) e' giustificato per oltre il 50% da questa modellazione piú precisa. Una migliore modellazione degli strati piú trasparenti alle basse energie e l'uso del programma di montecarlo dovrebbero permettere dipermettere di arrivare ad una descrizione piú precisa di questi effetti, anche ad energie tra 40 e 70 keV.

Una ulteriore evoluzione verso una migliore definizione della matrice di risposta a 240 canali dovrebbe arrivare anche dalla attivita', appena definita, di analisi congiunta di dati WFC/GRBM e dati BATSE di GRB molto brillanti.

Un progresso legato anche esso alla analisi congiunta di dati GRBM/BATSE e' quello della creazione di un catalogo di GRB rivelati contemporaneamente dai due satelliti. L'informazione direzionale da BATSE (integrata con dati sui flare solari e sui Soft Gamma Repeater) consentira' una calibrazione posizionale del GRBM e quindi la possibilita' per SAX di fornire le posizioni dei GRB con precisioni non comparabili con quelle di BATSE in molte direzioni, ma sicuramente utili in quelle direzioni per le quali la risposta dello strumento e' meno ambigua e per quegli eventi non rivelati da BASTE. La capacita' di localizzare i GRB anche in maniera approssimativa consentirebbe una presenza autonoma del GRBM in attivita' di "rete" GRB, tra le quali la partecipazione alla rete interplanetaria IPN3 (nella quale il satellite Ulysses e' a 2000 secondi/luce dalla terra e una direzione approssimativa e' necessaria per associare eventi rivelati dai due satelliti) e la fornitura di trigger GRBM all'All Sky Monitor di XTE, attivita' gia' in atto ma con scarsa efficienza considerata la difficolta' nell' associare i gli eventi rivelati dal GRBM ai molti eventi transienti visti da ASM.


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Lorenzo Amati
8/30/1999